Mazzini e il cibo
26.01.2024 Archiviato in: blog
Non era certo un mangione, preferiva fumare e bere caffè. In Inghilterra si lamentava del cibo che trovava troppo “acquoso” . Della cucina delle famiglie benestanti o addirittura ricche presso cui era spesso invitato criticava la monotonia. Sempre rosbif con patate , e “la qualità della cena era giudicata in relazione alla quantità di patate”. Non era neanche un goloso, ma di un dolce si innamorò, una torta a base di mandorle e limone che assaggiò in Svizzera, dove tanto per cambiare, era in esilio, e che gli piacque al punto da inviare la ricetta alla madre.
Ecco il testo della lettera con la ricetta*.
Prima di dimenticarmi, voglio mantenere la mia promessa. Eccovi la ricetta che vorrei faceste e provaste, perché a me piace assai, traduco alla meglio, perché di cose di cucina non m’intendo, ciò che mi dice una delle ragazze in cattivo francese: Pelate e pestate fine fine tre oncie di mandorle, tre once di zucchero fregato prima ad un limone, pestato finissimo. Prendete il succo di un limone, poi due gialli d’uovo, mescolate tutto questo e muovete, sbattete il tutto per alcuni minuti, poi sbattete i due bianchi di uovo quanto potete: “en neige”, dice essa, come la neve, cacciate anche questi nel gran miscuglio, tornate a muovere. Ungete una “tourtiere”, cioè un cesto da torte, con burro fresco, coprite il fondo della tourtiere con pasta sfogliata, ponete il miscuglio nel cesto, su questo strato di pasta sfogliata, spargete sopra dello zucchero fino e fate cuocere il tutto al forno.
- la torta Mazzini si trova ancora in qualche pasticceria del centro storico di Genova